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Forums | dinamiche di gruppo | Perdere sa perdere. E' giusto insegnarli anche  
Autore Messaggio
Nina
Inviato il - 28 /9 /2013
alle ore 11:32
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Perdere sa perdere. E' giusto insegnarli anche a vincere?
Buongiorno.
Scrivo qui perché vivo una situazione che, emotivamente, faccio fatica a sopportare e vorrei uno sguardo "esterno" che mi aiuti a fare chiarezza e a dare un confine al disagio..
Mio figlio, 9 anni, è inserito da due anni in una scuola calcio. AMA il calcio, non vede l'ora di andare agli allenamenti, ma è obbiettivamente scarsino...
Riesce poco, è goffo, sbaglia spesso - è un difensore e i suoi retro-passaggi al portiere sono un brivido ogni volta....
L'allenatore non lo aiuta
Salvo Russo
Inviato il 5 /10 /2013
alle ore 7:44
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Carissima Nina,
grazie per averci scritto. Il suo interrogativo è più che legittimo considerato il fatto che suo figlio non è l'unico a vivere situazioni simili a quelle da lei descritta.
Fino a 12-14 anni, le attività calcistiche vengono considerate "scuola calcio", solo dopo si comincia a parlare di settore giovanile. Gli obiettivi della scuola calcio sono diversi da quelli del settore giovanile (che comincia ad avere caratteristiche di vero e proprio agonismo). Nella scuola calcio, gli obiettivi principali sono la crescita psicofisica del bambino-ragazzo sia da un punto di vista fisico e tecnico che, soprattutto, psicologico. E' dimostrato che una buona crescita psicologica prevede il giusto equilibrio tra gratificazione e frustrazione. Un bambino di 9 anni dovrebbe vivere entrambe le esperienze per crescere serenamente. Il che non significa che gli si debba insegnare a vincere o a perdere, ma che gli si debba dare la possibilità di sentirsi "bravo" e competente e di sentirsi anche "bisognoso" di miglioramenti. A quell'età, in una buona scuola calcio, gli istruttori-educatori devono essere in grado di far vivere ai loro piccoli calciatori entrambe le esperienze.
Nel caso specifico, credo che sia importante il modo con cui suo figlio viva tutto questo. Bisogna assicurarsi che il grado di frustrazione legato alla differenza tecnica con i compagni non sia troppo elevato. Vi sono bambini dotati almeno come gli altri che abbandonano la scuola calcio perché non si sento "capaci" ed altri chiaramente meno bravi che non abbandonerebbero mai la scuola calcio perché sentono che questa attività è importante per loro e li fa appartenere ad un gruppo di pari.
Le consiglio, dunque, di ascoltare suo figlio per capire se è contento di andare al calcio o se invece il gradio di frustrazione è troppo più alto della gratificazione. In tal caso, prenda in considerazione, il cambio di scuola calcio e/o di disciplina sportiva.
Spero di esserle stato utile.
Cordialmente
Salvo Russo

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