Spesso gli atleti sono consapevoli
di attuare un intenso dialogo con se stessi (self talk) e generalmente
viene considerato che parole, frasi o immagini positive possono
svolgere una funzione positiva sulla percezione di efficacia che
l'atleta ha di se stesso in una determinata situazione sportiva.
In effetti, è ragionevole credere che la struttura e i contenuti
di specifici pensieri influenzino la prestazioni più di altri.
Questi pensieri sono:
1. affermazioni rilevanti per il compito (aspetti tecnico-tattici);
2. parole chiave riguardanti l'umore (singole parole a forte
contenuto emotivo-affettivo);
3. affermazioni positive (parole significativamente positive).
La tecnica. I "promemoria psicologici" consistono
quindi in simboli o parole chiave la cui funzione è quella
di richiamare sensazioni associate a ciò che si intende pensare,
sentire o fare. Il self talk viene quindi suggerito attraverso apposite
parole-stimolo che aiutano l'atleta a focalizzare l'attenzione su
aspetti chiave della prestazione e ad evocare volontariamente stati
chiave psicologici positivi e produttivi, comportando una percezione
di autocontrollo e di autoinduzione emotiva. La procedura consiste
nel definire un simbolo (una parola specifica o una frase), annotarla,
cercare di visualizzarla, e tenerla in mente. Ogni volta che si
pone attenzione al simbolo o si pensa alla parola presa in considerazione,
verranno sperimentati i pensieri e le azioni associate allo stato
che si vuole raggiungere. Quanto più saranno ripetute ed
intense le sensazioni che si associano allo specifico simbolo o
parola, tanto più quest'ultimo sarà un efficiente
promemoria.
In tal modo, si intuisce come il self talk, da una parte,
possa costituire una forma di controllo attentivo e direzioni l'attenzione
verso segnali rilevanti sul compito, dall'altra, sia inscildibile
dalla corretta applicazione del pensiero positivo assieme
al quale trova la massima espressione.
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