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Forums | aggressività | padre preoccupato  
Autore Messaggio
Michelangelo
Inviato il - 20 /3 /2004
alle ore 13:57
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padre preoccupato
Sono il padre di una figlia, quindicenne, che pratica da circa tre anni il Karate. Noto con piacere la passione crescente di mia figlia verso questa disciplina sportiva anche se devo riconoscere di essere un po' preoccupato per gli aspetti aggressivi che caratterizza questo sport. Proprio in questo periodo ha cominciato l'attività di tipo agonistico. Che cosa ne pensate?
Silvia Marin
Inviato il 22 /3 /2004
alle ore 18:42
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Caro padre preoccupato, l'aggressività è una componente fondamentale dell'uomo; è, geneticamente, una delle forze che ci consente la sopravvivenza e che ci accompagna per tutta la vita esprimendosi attraverso le forme più svariate.
In questo sport (ma non solo in questo) essa si esprime nella forma forse più forte con il combattimento, quindi a livello simbolico con la sopravvivenza, tra due avversari; ma gli atleti che praticano il Karate e soprattutto gli agonisti di kumite sanno fin da subito che devono imparare a controllarla, infatti se "toccano" avranno delle penalità. Nel karate, quindi, l'aggressività è contestualizzata con regole rigide e precise.
Concludendo, se da una parte è vero che l'aggressività è il motore degli sport da combattimento, dall'altra l'atleta è costretto a controllarla.
Anna
Inviato il 17 /4 /2004
alle ore 12:27
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Devo confessare che non ho mai praticato dello sport a livello agonistico. Ma, talvolta, guardando delle gare in TV, e riferendomi in particolare agli sport da combattimento (non solo karate, ma anche judo, pugilato ecc..), mi chiedo quale sia il confine tra agonismo, aggressività e violenza.. Sapete aiutarmi a fare un po' di chiarezza?
Silvia Marin
Inviato il 3 /5 /2004
alle ore 16:53
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Cara Anna, prima di darti una risposta mi scuso anticipatamente per il ritardo.
Negli sport da combattimento, per la loro particolare natura, viene sfruttata e canalizzata "l'aggressività" come energia,come voglia di "riuscire". Nell'agonismo di questi sport questa energia deve essere elevata e sempre a disposizione perchè tramite le gare l'atleta si mette ogni volta a confronto e in discussione con l'avversario e con se stesso. Non ci può essere agonismo e competizioni senza rispetto delle regole della disciplina e soprattutto senza rispetto dell'atleta che ti sta davanti e del suo modo di combattere, cosa in antitesi con il concetto di violenza.
La violenza, di per se, esprime il non rispetto delle persone o delle cose su cui si scaglia, è una forza distruttrice che nel momento in cui si sprigiona non ha nè regole nè limiti.
raffaele
Inviato il 29 /5 /2004
alle ore 9:20
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Ho un amico karateca (non so se si dice proprio così). Ha la mia età: 25 anni. Mi colpisce di lui la decisione e la calma al tempo stesso. Partecipiamo in un torneo di calcetto insieme ed anche nei momenti più difficili, lui riesce a dare il meglio di sè senza perdere il controllo. Quando gli ho chiesto come riusciva a comportarsi così, mi ha risposto che il karate lo ha molto aiutato a crescere da un punto di vista psicologico. Mi speiegheresti come questo può avvenire?
Silvia Marin
Inviato il 18 /6 /2004
alle ore 17:37
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Caro Raffaele, ritengo che chi pratica questa disciplina per molto tempo, ne venga in qualche modo "contagiato"; praticandola e affrontando gli ostacoli che essa mette difronte, in qualche modo si cresce non solo fisicamente e tecnicamente ma anche interiormente o per meglio dire psicologicamente.
Il karate, infatti, "obbliga" i suoi atleti a fronteggiare e, con il tempo, dominare la paura del combattimento, del confronto con un avversario e del dolore fisico a cui si può andare incontro (si utilizzano delle protezioni ma può capitare che ci sia del contatto anche forte). Questi ostacoli (paure), se superati e interiorizzati, diventano delle "abilità mentali" che poi accompagnano la persona non solo nella pratica sportiva ma nella vita quotidiana.
Gianfranco
Inviato il 3 /10 /2004
alle ore 12:31
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Ho 35 anni e desidero cominciare un'arte marziale. C'è che mi consiglia di fare Karate, chi Judo, chi Full o semi Contact, chi Jugitsu (non so se si scrivono così..). Siccome mi interessa particolarmente il lato mentale, quale consiglio mi darebbe?
Silvia Marin
Inviato il 9 /11 /2004
alle ore 20:19
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Salve Gianfranco, ho letto con molta attenzione la mail che mi ha scritto e prima di risponderle ho cercato di eliminare in me la parzialità dovuta a 25 anni di pratica del Karate, che ormai quasi "biologicamente" mi fanno preferire questa disciplina o meglio "stile di vita" rispetto alle altre. Non per questo, però, le suggerirò una pratica o un'altra perchè in ognuna potrà trovare una filosofia o un "mentale", come scrive nella mail, molto profonda e antica.
Credo che fondamentali in queste discipline siano il rapporto che si instaura con il "Maestro" e gli allievi con cui percorrerà la strada dell'arte marziale; quindi un consiglio che mi sento di darle è quello di andare a vedere qualche allenamento e "fiutare l'aria" o in termine tecnico scegliere il DOJO, percependo se si adatta al suo stile, alle sue aspettative e poi semplicemente iniziare. In bocca al lupo!
Gianfranco
Inviato il 11 /12 /2004
alle ore 15:0
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Ti ringrazio moltissimo per i tuoi suggerimenti che fin da subito sto attuando.....Ciao

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