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Forums | ansia da prestazione importante | Rendimento incostante  
Autore Messaggio
antilai
Inviato il - 12 /9 /2005
alle ore 0:10
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Rendimento incostante
Sono considerata da tutti un'ottima atleta capace di prestazioni degne dei massimi livelli...questo purtroppo accade in allenamento e poche volte in gara. Ho imparato con il tempo a gestire l'emozione però mi capita ancora di passare da una performance perfetta a un totale flop...cosa mi può consigliare?
Giorgio Merola
Inviato il 25 /9 /2005
alle ore 11:42
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Innanzi tutto mi scuso per il ritardo. Venendo al suo messaggio, sarei lieto se mi specificasse il suo sport (la sezione è sul biliardo ma spesso arrivano richieste da parte di atleti di altri sport)e l'età. E' importante conoscere queste due variabili perchè a seconda del livello di maturuità dell'atleta sono più o meno probabili queste fluttuazioni nelle prestazioni e discrepanze tra quanto ottenuto in allenamento e in gara. In ogni caso bisogna tener conto che la gara e l'allenamento rappresentano due realtà distinte e i risultati ottenuti in allenamento non sempre risultano predittivi di quanto si ottiene in gara. Un esempio: effettuare un allenamento grandioso a ridosso di una gara, oltre che rappresentare, in alcuni sport, un dispendio energetico difficilmente recuperabile, spesso comporta una crescita delle aspettative in realzione alla gara che sono di per sè "psicologicamente dispendiose", o un timore di non riuscire a fare altrettanto in gara (timore di fallire che porta ad una motivazione ad evitare il fallimento che rappresenta un approccio pericoloso all'evento agonistico). Ci sono degli strumenti come l'IZOF che permettono di monitorare le emozioni che precedono le gare di un atleta e di definire quelle che risultano maggiormente predittive di un buon risultato.
Nel suo caso è possibile che le emozioni che precedono le gare positive siano diverse da quelle che precedono quelle che vanno peggio. Provi intanto a riflettere sistematicamente su questo punto.
Se mi riscrive specificando disciplina ed età, cercheremo di offrirle ulteriori suggerimenti più specifici.
antilai
Inviato il 11 /10 /2005
alle ore 21:51
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Dunque il mio sport è il pattinaggio artistico e io ho 21 anni. Sì il mio problema è proprio che pur avendo con gli anni imparato a controllare la tensione entro in gara con la paura di sbagliare e ciò poi nella maggior parte delle volte si avvera.Grazie dei consigli che mi potrà fornire!
Giorgio Merola
Inviato il 15 /10 /2005
alle ore 13:28
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Da ciò che mi ha scritto queste volte emergono due punti piuttosto salienti: l'importanza che lei attribuisce al giudizio degli altri (che la considerano ottima atleta) e la modalità con cui "legge" la sua paura di sbagliare come una sorta di "premonizione" che poi si avvera. Mi chiedo e le chiedo quanto questi due punti siano collegati: quanto cioè la paura di sbagliare sia legata al timore di non soddisfare le aspettative degli altri. Il suo è in effetti uno sport dove il giudizio degli altri in gara (che non sono gli stessi "altri" in allenamento) risulta decisivo. Se il verdetto della giuria è inevitabile, è pur vero che in quel momento non si giudica la sua bravura in generale, ma solo la qualità della sua prestazione in quella particolare situazione. Per quanto i giudici siano obiettivi e per quanto lei abbia la possibilità di essere valutata positivamente eseguendo una performance brillante, il suo controllo diretto è solo sull'esecuzione del gesto atletico ed è pertanto ad esso che deve direzionare tutte le sue energie fisiche e nervose.Per quanto riguarda la paura di sbagliare, quella credo sia inevitabile, ma credo altrettanto che possa essere "letta" diversamente e gestita con maggior successo.
Le parlavo dell'IZOF: con questo strumento è possibile prendere in considerazione tutto il mosaico di emozioni che precedono le gare andate bene, distinguendole dalle emozioni che tipicamente si associano alle gare andate male. Ovviemente la composizione di questi mosaici varia da persona a persona, ma quello che emerge, anche da studi che sono stati fatti su atleti di vari livelli, è che anche emozioni "negative" come la paura spesso si associano a grandi successi. Allo stesso modo emozioni positive possono accompagnare o precedere gare andate malissimo. Quello che lei potrebbe fare è pensare a una serie di sue buone prestazioni realizzate in passato cercando di ricordare tutte le emozioni ad essa associate. Si renderà conto della presenza di tante emozioni positive e nagative.
Facendo lo stesso per le gare andate male vedrà come spesso siano state precedute da un insieme complesso di emozioni che non si limitano alla paura di sbagliare che di per sè potrebbe non essere così dannosa. L'obiettivo è quello di riuscire ad interpretare la paura non necessariamente come il campanello di allarme dell'esito negativo di una gara ma come una componente di ogni gara accompagnata anche da altre emozioni. Provi a fare questa riflessione anche in riferimento alle prossime gare cercando di compiere una lettura più ampia di ciò che prova prima delle competizioni. Può pensare a queste emozioni anche durante lo svolgimento di un esercizio di imagery (visualizzazione): provi a sentire le emozioni che si accompagnano al pensiero della gara e, non appena le venissero in mente elementi che destano in lei preoccupazione, provi ad associarli ad uno stato di rilassamento respirando profondamente.
In bocca al lupo!
antilai
Inviato il 16 /10 /2005
alle ore 11:35
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Grazie mille per i suoi consigli! cercherò di provare a fare ciò che mi ha detto...le farò sapere!

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