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Forums | dinamiche di gruppo | calcio giovanie e "mobbing"  
Autore Messaggio
licio
Inviato il - 2 /10 /2005
alle ore 11:58
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calcio giovanie e "mobbing"
penso sia molto importante aprire una discussione e raccogliere dati su una situazione che nel calcio giovanile è molto diffusa. Le cosidette "scuole calcio" invitano i bambini piccoli 6,7,8, anni a iniziare l'attività sportiva calcio, che naturalmente richiede un pagamento. Arrivati verso gli 11, 12 anni alcuni bambini (i meno bravi, ma anche quelli con i genitori meno generosi)vengono "scoraggiati" con i mezzi più disparati a continuare, creando un indubbio disagio psicologico. Cosa ne pensate?
Emanuele Arioli
Inviato il 6 /10 /2005
alle ore 12:44
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Si, indubbiamente si crea un disagio. L’argomento è molto interessante e potrebbe aprire una lunga discussione da fare con allenatori e dirigenti di società sportive, genitori e insegnanti, ma includerei anche gli enti pubblici e le organizzazioni federali (federazione giuoco calcio settore scolastico). Vorrei aprire con tre punti e lasciarsi poi con una proposta un pò provocatoria ma utile: 1) ormai ci si sta abbassando sempre di più con l’età nella scoperta dei giovani “talenti” e quindi le scuola calcio dovrebbero concentrarsi all’insegnamento dell’attività sportiva, socializzazione e divertimento per i bambini. Ricordo dell’importanza della carta dei diritti dei bambini nel fare sport stilata dall’unescu. Oggi la scuola calcio è solo (non in tutti i casi) l’abbassamento dell’attività agonistica. 2) attuare la selezione troppo presto ed anche in ambiti di divertimento oltre all’importanza di fare movimento, aumenta le ansie e le frustrazioni in un bambino. Ricordiamoci che già la scuola procura questi stati d’animo e in ambito sportivo vengono fomentate dall’aspettative dei genitori, dai confronti con i compagni e dalle aspettative della società sportiva per riuscire nella scoperta del giovane giocatore da seria A. 3) le famiglie devono assolutamente aiutare il bambino a dare il peso giusto alle attività da esso intraprese oltre che a verificare e vigilare sulle proposte delle società sportive e i loro collaboratori.
Come fare? La proposta è obbligare le società sportive alla formazione rivolta ad allenatori, dirigenti e per non dimenticare i genitori. Vorremmo ricordare che lo sport è gioia e attività di movimento che ogni giorno viene messa sempre più da parte.

Marco
Inviato il 20 /2 /2008
alle ore 17:1
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Secondo voi esiste un modo per far migliorare un giovane calciatore di 12 anni dal punto di vista dell'agonismo e della determinazione evitando così che giochi senza essere condizionato dalla paura di farsi male?
Grazie.
Salvo Russo
Inviato il 29 /2 /2008
alle ore 8:6
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Per intervenire sulle paure "di gioco" di un 12enne è necessario prima raccogliere diverse informazioni. Innazitutto dal ragazzino, da entrambi i genitori e dall'allenatore. Da questi colloqui bisognerà farsi un'idea su quando è insorta la "paura", in quali circostante, provando a capire se la problematica deriva maggiormente dal "mondo esterno" o dalla famiglia. Molto frequenti nell'età prepubere sono le influenze di mamma e papà talora eccessivamente apprensivi. Una volta individuate le cause prevalenti del problema, bisognerà lavorare serenamente con le persone direttamente interessate al ragazzino, trovando il modo di far prevalere in lui la gioia ed il divertimento legati all'attività sportiva rispetto alle preoccupazioni ed alle possibili paure. In casi più rari, si scopre (nel tempo col crescere del ragazzo) che a livello temperamentale (quella parte del carattere ereditata geneticamente) l'alteta in questione non è portato a praticare quella specifica attività sportiva (es. sport di contatto e/o di squadra). In queste situazioni si aiuterà il ragazzo, mediante la sperimentazione di altre discipline, a scegliere lo sport più adatto a lui.
g.pietro
Inviato il 28 /1 /2011
alle ore 10:40
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salve, volevo fare una precisazione sul mobbing ai ragazzi. intanto non capisco perchè quando si deve parlare di mobbing ai minori in attivià sportiva si deva solo parlare di calcio e non di altri sport come basket - pallavolo - pallanuoto etc. (sono forse ragazzi inferiori quelli che fanno altri sport dal calcio. Nel discorso mobbing ai minori, il problema non è fare un corso ad allenatori a prepararli oppure no, ma bisogna (dopo aver appurato se viene fatto il mobbing ai raggazzi con problemi che vengono creati a questi ragazzi) punire gli allenatori ma non solo dalla società ma denunciarli al tribunale e impedire a queste persone di poter esercitare l'attività intrapresa. Questo a mio parere è l'unico modo di risolvere questo problema. Quando si comincia a leggere sui giornale o vedere per la televione che questo o quel personaggio (allenatore in questo caso)è stato trovato in colpa per una cosa gravissima che sta facendo al minore, l'allenatore nella fattispecie comincia a pensare bene sul modo di comportarsi comportarsi.
La crescita di un giovane è molto più importante della vittoria della partita o del torneo. Io ragazzo faccio sport, pago mi impegno e devo subire sopprusi e sudditanze psicologiche da chi. da persone che non hanno rispetto per gli altri. Per me non esiste.
se dovesse capitare ai miei figli una cosa del genere io combatterei con tutto le mie forze e con tutto il denaro che serve per liberarsi da persone senza scrupoli
cordiali saluti G.P
Salvo Russo
Inviato il 1 /2 /2011
alle ore 18:13
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Gent.mo Lettore, in effetti il calcio, l'unico vero sport di massa italiano, spesso regala dei pessimi esempi (a livello professionistico, dilettantistico e giovanile). Fortunatamente, le cose stanno lentamente cambiando. Cresce l'attenzione verso il ruolo educativo dello sport, grazie soprattutto alle diverse nuove figure professionali che ogni giorno (in silenzio) lavorano sul campo con questi nobili obiettivi. Mi riferisco ad allenatori preparati ed opportunamente formati, preparatori atletici, educatori, psicopedagogisti, psicologi, sociologi, medici ecc. Oggi molto più di qualche anno fa, queste nuove figure stanno sempre più "calcando" i campi sportivi utilizzati dai nostri figli. Lo stesso Settore Tecnico della Federazione Italiana Giuoco Calcio, nel dicembre 2006, ha patrocinato il libro "Lo psicologo dello sport nella scuola calcio", a testimonianza che la sensibilità su certi argomenti sta crescendo. Ovviamente, il processo di emancipazione da certi vecchi stereotipi (es. sport dove vince il più aggressivo e più muscolare) è lento. Per troppi anni si è fatto poco o nulla in merito. Ecco perchè ancor oggi è possibile osservare scene da far-west anche a bordo campo di partite giovanili. Fermo restando che i genitori svolgono da sempre il primo ruolo educativo nella società e che certi comportamenti antisportivi (soprattutto messi in atto dagli adulti) dovrebbero essere sempre puniti in maniera esemplare, mi permetto di essere moderatamente ottimista per il futuro. Il tasso culturale nello sport italiano, negli ultimi decenni, è cresciuto e con la cultura migliorano sempre i comportamenti sul campo. Cordialità
natalino
Inviato il 11 /4 /2011
alle ore 11:11
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buon giorno avrei bisogno di sapere dove arriva il ruolo di un allenatore settore giovanile (15 anni).Come si deve comportare nei confronti di ragazzi che non rispettano regole e persone....deve essere severo deve essere ragionevole deve parlare per far capire o deve punire per dare un esempio( punire calcisticamente fuori rosa .. panchina). Leggo sempre che questa eta' e' molto particolare ed essendo un allenatore vorrei aiutare i ragazzi che alleno.

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