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Forums | dinamiche di gruppo | condizione mentale pre gara  
Autore Messaggio
Marco
Inviato il - 23 /3 /2007
alle ore 16:15
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condizione mentale pre gara
Quale è il modo migliore per approcciarsi ad una partita dal punto di vista psicologico? Per arrivarci cioè motivati ma allo stesso tempo tranquilli?
Salvo Russo
Inviato il 23 /3 /2007
alle ore 21:7
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Nel 1989, Hanin teorizzò che ciascun atleta è in possesso di uno stato di attivazione psicofisica ottimale. Chiamò questo particolare stato IZOF (Zona Individuale di Funzionamento Ottimale). Disse che, in questa particolare condizione, l'atleta è nel giusto equilibrio tra paura e coraggio, tra rilassamento e contrazione, tra attivazione e prestazione. Per favorire l'ingresso in questa particolare condizione psicofisica, l'atleta deve conoscere profondamente il proprio corpo e la propria mente. Un programma di preparazione mentale, integrato con i restanti programmi di preparazione sportiva (atletica, tecnica e tattica), possono certamente aiutare l'atleta a "trovare" la propria IZOF e, conseguentemente, predisporre l'atleta a prestazioni di elevato livello.
Marco
Inviato il 28 /3 /2007
alle ore 17:11
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Grazie per la risposta. Avrei un'altra domanda: nel corso di una stagione (calcistica ovviamente) è normale avere dei cali momentanei di motivazioni oppure un leggero senso di appagamento quando le cose vanno bene? Personalmente non ho cali di motivazione (è sempre alta) ma invece quando gioco bene ho il limite, dopo un po di partite magari, di sentirmi "bravo" e quindi dopo ricado in prestazioni non adeguate. La particolarità però sta nel fatto che cerco di stare con i piedi per terra ma inconsciamente (forse) mi sento appagato. Che ne pensi?
Salvo Russo
Inviato il 30 /3 /2007
alle ore 12:3
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Che durante la stagione vi siano dei cali di condizione è, a mio avviso, del tutto normale. Lo sanno bene i preparatori atletici che, pur sforzandosi di mantenere sempre alta la condizione fisica dei loro atleti, dividono l'anno in "mesocicli" di preparazione entro i quali per ovvi motivi non si è sempre al "top". Anche da un punto di vista mentale, la condizione durante l'anno necessariamente cambia. O, come nel tuo caso, si è giocato bene e ci si può momentaneamente "rilassare", oppure non si giocato tanto bene e si tenta di arrivare nel più breve tempo possibile a buone prestazioni. Ciò che può, senza dubbio, aiutare l'atleta è lavorare per obiettivi. Porsi delle mete da raggiungere a breve, medio e lungo termine (sia da un punto di vista della prestazione che del risultato) può far fare la "differenza". Gli obiettivi devono essere sempre chiari, raggiungibili e valutabili (a prescindere dall'unità di misura). Meglio se condivisi con l'allenatore, lo staff tecnico ed i compagni. Così facendo, difficilmente ci si potrà sentire "appagati", in quanto dopo il raggiungimento dell'obiettivo precedente (per il quale si è giustamente gioito e/o festeggiato...), dietro l'angolo si intravvede già l'obiettivo successivo. E se è così, è veramente vietato "mollare".......
Marco
Inviato il 30 /3 /2007
alle ore 12:48
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Grazie mille, i vostri consigli sono molto preziosi.

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