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Forums | pensiero positivo | atletica leggera  
Autore Messaggio
annamaria
Inviato il - 4 /3 /2009
alle ore 17:8
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atletica leggera
mio figlio ha nove anni e mezzo, pratica atletica leggera da circa un anno; in allenamento ha ottime presatazioni, a detta dell'allenatore stupefacenti per la sua età e per il grado di allenamento.Alle gare ha una reazione emotiva esagerata : piange, si dispera, accusa mal di testa, mal di pancia, affronta la gara arrivando comunque nelle prime posizioni, ( quarto a livello regionale nell'ultima gara del 2009). Terminata la gara dopo dieci minuti scompare tutto lo stress; potrebbe affrontare con successo anche una gara successiva; dopo le ultime gare ha manifestato la volontà di lasciare o solo d fare gli allenamenti senza le gare. come posso aiutarlo a superare le sue paure e le sue tensioni?
Ho portato il bambino dalla pediatra e dopo averlo visitato ha constatato quanto il suo fisico abbia beneficiato dell'attività fisica fatta con costanza:scomparsa dei crampi muscolari,vistoso miglioramento della somatizzazione dell'ansia a livello gastrointestinale, muscolatura perfetta, postura in ordine. Si è congratulata dei suoi risultati e lo ha invitato a proseguire con costanza ed allegria negli allenamenti, prendendosi una pausa dalle gare.
attendo un suggerimento per aiutare il bambino a superare questo empasse. Grazie
Giorgio Merola
Inviato il 5 /3 /2009
alle ore 20:54
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Salve, credo che il consiglio del pediatra sia corretto, nel senso che se il bambino in questo momento vive male la gara, e, oltretutto ama questo sport seppur nella sola componente NON agonistica, che gli fa molto bene fisicamente, è giusto dargli tempo di riavvicinarsi (se lo vorrà) gradualmente alle gare e dedicarsi per ora solo agli allenamenti. C'è da dire tuttavia che probabilmente il ragazzo ha subito un po' di pressione legata alle eccessive aspettative che l'allenatore sembra riporre in lui. Parlare di un ragazzo così giovane come di un talento in grado di realizzare prestazioni stupefacenti, veicola delle attese molto elevate rispetto alle quali si rischia di sviluppare un certo timore di fallire. Bisogna assolutamente accogliere l'esigenza del bambino e valorizzare la sua motivazione a praticare questo sport (che sembrerebbe esserci al di là delle competizioni): quando si corre o si fa una qualsiasi attività per "compiacere" un allenatore o un genitore, si rischia di non amare più tale attività e di vivere la competizione con grande ansia. L'ansia deriva proprio dal fatto di non avere sotto controllo la possibilità di realizzare il proprio obiettivo: se questo obiettivo è legato al divertimento o all'imparare nuove abilità difficilmente un atleta diviene ansioso, se l'obiettivo è troppo legato alla vittoria (e al realizzare in questo modo le attese di un allenatore che propone standard molto elevati) è più probabile che si sviluppi ansia.
E' inoltre importante che il bambino senta di averla dalla sua parte, pronta ad ascoltare le sue esigenze e a capire quali sono i suoi timori legati alla competizione.

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